Leave, la recensione dell’ultimo ep di Party Animal

Party Animal

Leave

Dotto/E’ un brutto posto dove vivere/Winter Beach

 

Ho iniziato la recensione andando a vedere il dizionario inglese, che alla voce Party Animal  ndica tutti coloro che amano fare festa, e non si perdono un avvenimento festaiolo.

Una lettura in controtendenza rispetto all’equilibrio e alla caratura in bianco e nero del secondo ep del nostro Andrea Chiapparino, ossia il Party Animal che piace a noi.

Non sto parlando di un  Nanni Moretti  in Ecce Bombo che si auto esilia da una festa, ma di un ombroso e profondo cantautore originario di Terlizzi, prodotto da tre importanti etichette indipendenti. Mentalità indie folk dall’inizio di pianoforte di Balckstar, accanto all’acustico disegno di Elliot Smith travisato in un timbro di voce profondo che menziona figure femminili e ti avvolge in canzoni che sono piccoli fuochi.

In Leave cic sono quindi cinque tracce e un’ottima propensione, con accenni ritmici alla Giorgio Poi nella tenera Sometimes e una malinconia contagiosa che si accorge dell’inverno in corso in Riviera.

Cinque gioiellini fragili, di un fratello minore degli Sparklehorse che da il suo meglio nella finale To The End, buia come un pezzo di Ohio Kid e delicata come una foglia che cade dopo l’estate, periodo d’oro per il credo di Party Animal.

Ecco lo streaming integrale su bandcamp di Leave https://partyanimaloff.bandcamp.com/album/leave

 

 

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it

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