Punkreas: Instabile, uno stato d’animo e un Ep

Punkreas

Instabile

Un momento dell’underground italiano di nuovo in pista con un EP che trasuda di mentalità e gusto punk e roll. Cinque tracce che fanno da preludio ad un tour di concerti su e giù per lo stivale, con la solita verve e la caparbietà di chi riesce ad essere quello di sempre. Non immobilismo, ma attitudine, con un nuovo lavoro che mette in evidenza collaborazioni importanti e la semplice matrice di un brand Punkreas che è un culto, non solo per chi scrive.

Da Paranoia e Potere, passando per il linguaggio su temi scottanti quali la canapa e la sovranità, i Punkreas sono quelli che sai ancora ascoltare per incazzarti e riflettere, col basso elettrico che trasuda di rabbia in una traccia come Marta e l’apertura alla Bad Religion di Instabile, canzone che dà il nome all’EP. Essere instabili nel 2018, un marchio di fabbrica che la band canta con la forza di un gruppo che conosce la forza delle parole, più forti se cantate in italiano. Pronti all’impatto, quindi, con le loro note che si fanno malinconia anche per me, quando si parla di chiodi e si fanno ritmi in levare alla Mighty Mighty bosstones.

Davide Toffolo arricchisce il tutto con una traccia che arriva diretta dalle sue ricerche fatte con il progetto Istituto della Cumbia. La verità è l’atto di denuncia verso che gira la testa al passato, con ritmo e un idealtipo musicale, che con cori e fiati ricorda le produzioni di Siki e, ancor prima, gli indimenticati Casino Royale.

Chiude La festa, che con potenza e bottiglie rotte celebra il power punk post 77 che i ragazzi mettono in mostra con la solidità e la loro esperienza, ma ancora con le creste al vento e la voglia di smascherare i fake politici del quotidiano. Ma quando finisce la festa, ditecelo, PER FAVORE.

 

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it

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