La leggenda si è abbattuta su Milano. Ai Magazzini Generali, ieri sera, largo alla spinta rock and roll dei The Sonics, una band seminale che ha lasciato tutti, di nuovo, con la voglia di coltivare il sacro germe del garage rock.
Sulla scena dal 1963, arrivano in Italia dopo la reunion del 2007, sulla sica di un progetto in cui le nuove leve dalla band credono con tutto il loro spirito, fatto anche di sperimentazione e buon gusto. È la rivincita di chi si sentiva perso per strada dopo le metamorfosi del rock moderno, e di chi ieri sera è tornato elegantemente a trastullarsi con i loro accordi fatti di buon umore e cordialità.
Eleganti, in abiti come sempre capaci di rovesciare i clichè del mondo rock and roll, salgono sulle scene dopo i Radio Days. Un gruppo italiana, ma dal respiro internazionale, che ha fatto tesoro delle scorribande intorno al mondo per sbirciare dentro un power beat rock che mi fa diventare nostalgico dalla prima nota. Una nostalgia positiva, che imbraccia il reef classico per tramutarsi in armonia e personalità. Buone prassi seventies, quelle del loro album “Back in the Day”, che guardano ai The Descendents ma anche ai sacri Beatles, in un incrocio di pop art guitar pop che è la perfetta introduzione al mondo dei The Sonics. Complimenti per l’accoppiata, direi.
Sui padroni di casa The Sonics, invece, non avevamo alcuna ritrosia, e sapevamo che il loro sassofono si sarebbe incrociato con le folate rock di una sporca armonica, con delle vibrazioni che saltano per aria ad ogni giro di boa. Poca attenzione alla forma, tanto gusto e voglia di essere sé stessi, con la combo iniziale C’mon Everybody/Shot Down che apre alle danze come in un grezzo ritrovo nella loro natia Tacoma, sobborgo di Washington dove tutto ebbe inizio.
Ritmi tirati e imperfetti che fanno scuola (A Woman e Cinderella soprattutto), ma anche la tradizione classica di Keep A Knockion e Louie Louie che i nostri hanno riproposto col sano e scalciante humour da fratelli maggiori, ancora innamorati di questa musica e delle sue palpitazioni. Un personaggio storico, il saxofonista Rob Lind, funge da direttore d’orchestra e animatore, con pose alla The Blue Brothers e animo ancora giovane, nonostante capelli bianchi e rughe. È l’animo del rock che li tiene giovani, quel weird rock che oggi ci fa ancora saltare con le loro note, come ieri sera ai Mgazzini Generali.
Grazie a Via Audio e Hub Music Factory
Vi lascio con la scaletta del concerto:
C’mon Everybody
Shot Down
He’s Waiting
Sugaree
Have love
Be A Woman
Cinderella
Get Back In The Car
Dirty Robber
Going Home
Boss Hoss
Keep A Knockion
Louie Louie
Lucille
Head On Backwards
Money Psycho
Doctor Strychnine
Andrea Alesse
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