UN TUFFO NEL PASSATO CON UNO SGUARDO AL FUTURO

“…Se dovessi morire promettimi che, se mai avrai una bambina, la chiamerai come me, … questo mi rasserena perché, anche se dovessi morire qui, so che potrebbe nascere una piccola Vanda”.

Queste parole, scritte da una giovane donna deportata in un campo di concentramento, sono state tratte dal video proposto da quattro alunni di seconda IPSSAS dell’istituto “Leone Dehon”, di Monza

L’incontro è avvenuto venerdì 12 febbraio 2021, durante la seconda e terza ora, nella nostra classe, 3^ B.

I ragazzi, Klea, Arianna, Miriam e Jacopo, tutti molti simpatici e con una buona parlantina, sono venuti per presentarci un loro elaborato, realizzato in occasione della Giornata della Memoria. Il loro progetto consisteva nella presentazione di un video, in cui venivano lette alcune pagine tratte dalla storia di Luciana Nissim e Vanda Maestro. Entrambe furono impegnate, insieme ai loro amici Primo Levi, Franco Momigliano e tantissimi altri, a progettare la Resistenza contro i tedeschi, nel dicembre del 1943, l’anno durante il quale si rifugiarono in una scuola abbandonata in Val d’Aosta. Purtroppo il gruppo venne scoperto dai tedeschi, perché qualcuno fece la spia. Coloro che provarono ad opporsi furono fucilati immediatamente “…ho ancora davanti il loro sangue e i loro corpi senza vita. Il rosso del sangue sulla neve è e sarà un’immagine indelebile nella mia mente”, queste le parole di Vanda. Il 23 febbraio del 1944, Luciana, Vanda ed altri furono caricati su un treno con destinazione “Inferno”: campo di concentramento. Lì, vennero “spogliate” della loro dignità, del loro essere donne e diverranno “uno spettro senza capelli”.

Luciana riuscì a salvarsi, essendo una dottoressa: aveva cibo, dormiva al chiuso e con coperte calde. Vanda, invece, non riuscì a sopravvivere, dal momento che era denutrita e in condizioni igienico sanitarie pessime, “…ma il freddo, il freddo è violento, ti entra nelle ossa, nella carne e nell’ anima, non ti abbandona mai”. Vanda morì nell’ ottobre 1944; Luciana mantenne la promessa, ebbe una figlia e la chiamò Vanda, ma purtroppo la bimba morì dopo poche settimane.

 

Nel video sono presenti dei disegni molto significativi realizzati dai ragazzi del “Dehon” e delle immagini e delle foto che testimoniano la tragedia vissuta dai deportati, che fanno provare molto dolore e tristezza. Agli scritti di Vanda e Luciana, interpretate nel video da Klea e Miriam, si alternano le poesie di Jacopo, il tutto con un sottofondo di musiche struggenti e malinconiche.

Questo video fa emozionare e provoca angoscia e inquietudine per il vissuto delle due ragazze, soprattutto per quello di Vanda, che soffriva maggiormente. Due vite in campo di concentramento, unite dalla disperazione per essere lontane da casa, oppresse e segnate da un destino scritto da altri. “…la nostra vita è un rischio come un treno che viaggia sopra un letto di sabbia”, i pensieri di Primo Levi.

La Giornata della Memoria è una giornata importante, per non dimenticare gli orrori che sono stati commessi, una violenza assurda, un odio inspiegabile contro la stessa specie umana:-“Se comprendere è impossibile conoscere è necessario”. (Primo Levi).

 

Dopo aver visto il video, abbiamo fatto un po’ di conversazione con i ragazzi: essi ci hanno raccontato le loro vicende scolastiche, le difficoltà che hanno incontrato lungo il percorso, le bocciature e i cambi di scuola.

La storia che ci ha colpito di piú è stata quella di Miriam, la quale, all’età di cinque mesi, si è trasferita in Perù con i suoi genitori, volontari presso un’associazione umanitaria. Miriam ha frequentato tutte le scuole lì. Il sistema scolastico del Perù è diverso dal nostro: ci sono cinque anni di scuole elementari e cinque anni di “medie”, al termine delle quali devi scegliere l’università. Lei tornava in Italia solo per le vacanze e adesso, a causa dell’emergenza Coronavirus, si è trasferita nel nostro paese e frequenta l’Istituto “Dehon”. Essendo arrivata all’ultimo anno di scuole peruviane, il corrispondente anno in Italia è il secondo delle scuole superiori. Miriam ci ha raccontato anche che in Perù non si fanno le interrogazioni orali e la prima che ha sostenuto in tutta la sua vita è stata quella di storia, con il prof. Castelli. Siamo rimasti molto colpiti dalla sua esperienza e pensiamo che sia una ragazza molto forte, soprattutto perché è riuscita ad affrontare un cambiamento complicato per la sua età.

Dalla chiacchierata con i ragazzi abbiamo imparato che non sempre i percorsi di vita sono lineari; a volte capita di cadere e fare fatica, non sempre si sceglie subito la strada corretta. E’ stato bello vedere come sia possibile rialzarsi dopo un fallimento; è sempre possibile cambiare strada quando abbiamo sbagliato. Ci siamo accorti che le preoccupazioni e le paure del futuro sono condivise fra tutti i ragazzi e che la cosa importante è credere in noi stessi e nelle nostre capacità.

Scambiarsi idee e confrontarsi con quelle degli altri, soprattutto dei ragazzi più grandi, è stato utile per capire come funziona il mondo delle superiori e prepararci ad affrontarlo meglio.

 

Noemi Caruso, Emma Dolcini, Martina Lombardo, Edoardo Motta, Elia Riva, 3^ B

 

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